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  MUSEO NAZIONALE DELL'EBRAISMO ITALIANO E DELLA SHOA DI FERRARA
    Ferrara

"Concorso di progettazione per il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoas di Ferara"

Il progetto si basa su alcuni punti cardine desunti da un’approfondita analisi della documentazione allegata al bando di concorso:

- il percorso di avvicinamento al Museo deve essere necessariamente non frontale ma laterale, lungo via Rampari San Paolo, costeggiando dall’interno il sistema delle mura, senza prevedere sistemi di sottopasso o sovrappasso pedonale nel tratto di mura di fronte al carcere;

- il doppio recinto può costituire una tangibile memoria dell’istituzione carcere e può essere segnato da due grandi aperture laterali, in corrispondenza del nuovo corpo di ingresso, e da una serie di aperture in relazione agli accessi agli spazi dedicati alle altre attività e alle funzioni complementari, lungo le attuali fasce a verde oltre i due recinti del carcere, fasce che, da luoghi chiusi e inutilizzati, diventano spazi pedonali di accesso al museo e di carico e scarico limitato ai soli mezzi di servizio;

- la distribuzione su diversi livelli dell’area di intervento, che deriva dalla storia urbana di questa parte della citta di Ferrara, deve rimanere leggibile nel nuovo complesso architettonico, attraverso spazi e percorsi che interpretino in chiave contemporanea l’uso di materiali tradizionali e diano luogo a spazi di incontro interni al museo, come i due giardini alberati previsti a nord e a sud dell’edificio delle celle;

- i percorsi orizzontali e verticali all’interno del nuovo complesso architettonico possono costituire parte integrante della visita del museo, permettendo al pubblico di cogliere da diversi punti di vista sia le parti mantenute del carcere esistente, sia gli apparati visivi e multimediali di grandi dimensioni ospitati in alcuni degli spazi principali del museo;

- la diversità tra i corpi che compongono il complesso museale vuole essere il segno tangibile di differenti condizioni presenti nell’area e conseguentemente nell’edificio: da una parte su via Rampari San Paolo il corpo di ingresso si pone come una grande teca traslucida e trasparente, attraverso la quale si intravedono, o si indovinano, le sagome degli spazi che salgono ai diversi livelli dell’edificio, mentre su via Piangipane il nuovo edificio del museo, si configura come una sorta di black box rivestito in doghe laterzie, tra corpi edilizi con i quali intende dialogare per tessiture più che per forme.

"Concorso di progettazione per il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoas di Ferara"
 

Il progetto si basa su alcuni punti cardine desunti da un’approfondita analisi della documentazione allegata al bando di concorso:

- il percorso di avvicinamento al Museo deve essere necessariamente non frontale ma laterale, lungo via Rampari San Paolo, costeggiando dall’interno il sistema delle mura, senza prevedere sistemi di sottopasso o sovrappasso pedonale nel tratto di mura di fronte al carcere;

- il doppio recinto può costituire una tangibile memoria dell’istituzione carcere e può essere segnato da due grandi aperture laterali, in corrispondenza del nuovo corpo di ingresso, e da una serie di aperture in relazione agli accessi agli spazi dedicati alle altre attività e alle funzioni complementari, lungo le attuali fasce a verde oltre i due recinti del carcere, fasce che, da luoghi chiusi e inutilizzati, diventano spazi pedonali di accesso al museo e di carico e scarico limitato ai soli mezzi di servizio;

- la distribuzione su diversi livelli dell’area di intervento, che deriva dalla storia urbana di questa parte della citta di Ferrara, deve rimanere leggibile nel nuovo complesso architettonico, attraverso spazi e percorsi che interpretino in chiave contemporanea l’uso di materiali tradizionali e diano luogo a spazi di incontro interni al museo, come i due giardini alberati previsti a nord e a sud dell’edificio delle celle;

- i percorsi orizzontali e verticali all’interno del nuovo complesso architettonico possono costituire parte integrante della visita del museo, permettendo al pubblico di cogliere da diversi punti di vista sia le parti mantenute del carcere esistente, sia gli apparati visivi e multimediali di grandi dimensioni ospitati in alcuni degli spazi principali del museo;

- la diversità tra i corpi che compongono il complesso museale vuole essere il segno tangibile di differenti condizioni presenti nell’area e conseguentemente nell’edificio: da una parte su via Rampari San Paolo il corpo di ingresso si pone come una grande teca traslucida e trasparente, attraverso la quale si intravedono, o si indovinano, le sagome degli spazi che salgono ai diversi livelli dell’edificio, mentre su via Piangipane il nuovo edificio del museo, si configura come una sorta di black box rivestito in doghe laterzie, tra corpi edilizi con i quali intende dialogare per tessiture più che per forme.

CLIENT:
MibAC Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia Romagna

PROJECT TEAM:
CCdP Centro Cooperativo di Progettazione (capogruppo)
Giorgio Menozzi 

Massarente Architettura
Donatella Basutto
Alessandro Massarente 

Vito Saccarola

PHASES:
2010

SIZE:
 

BUDGET:
 

CONTRACTORS:


PHOTOS:


PUBLICATIONS:


AWARDS:
 

SITE:
Ferrara

 

Massarente Architettura s.r.l.
Corso del Popolo 268
45100 - Rovigo
Rovigo - Italia
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